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FREUD: LA TEORIA SESSUALE



Freud espone la sua concezione della sessualità infantile e dello sviluppo individuale nei tre saggi sulla teoria sessuale . Tale concezione suscitò scandalo e indignazione nella società benpensante dell’epoca perché egli ipotizzava la presenza nel bambino di un’energia di tipo sessuale fin dalla nascita. La sessualità infantile non coincide con la genitalità, cioè la consapevolezza della funzione genitale del proprio corpo, piuttosto si tratta di una ricerca del piacere che coinvolge diverse parti del corpo ed è collegata ai principali bisogni fsiologici dell’individuo.

LE FASI DELLA SESSUALITA':
 L’energia libidica, cioè l’energia psichica legata alle pulsioni sessuali, investe una serie di funzioni biologiche e com- portamenti che provocano piacere.

  • Nella fase orale (nel primo anno e mezzo) la zona erogena è principalmente la bocca, e le attività che provocano piacere sono relative alla suzione, al divorare;


  •  Nella fase anale (da un anno e mezzo a 3 anni) la libido si concentra nella zona intorno all’ano e trova soddisfazione nelle attività di espellere e trattenere; 


  • La fase fallica (da 3 a 6 anni) si impernia sulle differenze tra maschio e femmina e la ricerca del piacere avviene con le prime attività di manipolazione dei genitali. È in questa fase che si sviluppano il complesso edipico cioè l’attrazione da parte del bambino o della bambina per il genitore di sesso opposto, accompagnata dalla rivalità verso il genitore dello stesso sesso, il complesso di castrazione e l’invidia del pene (nelle bambine), fenomeni centrali per lo sviluppo dell’identità di genere. 
Successivamente i bambini attraversano un periodo di latenza (da 6 a 11 anni) in cui le vicende psicologiche infantili vengono rimosse, gli impulsi sessuali sembrano assopirsi e l’evoluzione della sessualità subisce un arresto. Con la pubertà assistiamo a una riorganizzazione della sessualità verso lo sviluppo della genitalità adulta, ovvero di una sessualità soddisfatta attraverso la relazione con un partner sessuale, in cui la zona dei genitali è la principale fonte di piacere.



Se l'individuo, durante uno di questi stadi subisce una regressione, secondo Freud regressione e fissazione spiegano il fenomeno delle perversioni sessuali, cioè comportamenti che realizzano il piacere secondo modalità non accettate socialmente; per esempio l’esibizionismo sessuale o pratiche quali il feticismo, il masochismo, il sadismo

La nevrosi: La nevrosi invece indica l’atteggiamento opposto alla perversione. Il nevrotico non soddisfa i suoi desideri pulsionali, li rimuove, e li esprime quindi in forma mascherata, attraverso i sintomi. Sia la perversione sia la nevrosi costituiscono delle difese contro l’angoscia di castrazione, sebbene conducano a comportamenti diversi. 

Pansessualismo all'origine della nevrosi: Freud inizialmente pensa che all’origine della nevrosi ci sia sempre un trauma di origine sessuale, poiché i suoi pazienti gli riportano racconti di esperienze sessuali vissute durante l’infanzia. In seguito però abbandona questa teoria in quanto si accorge che spesso tali racconti sono prodotti della fantasia e non esperienze realmente accadute. 
la teoria freudiana focalizza la sua attenzione sulla ricerca del piacere e sulla centralità della sessualità (pansessualismo): sono le pulsioni libidiche a muovere il comportamento umano; anche l’adesione al principio di realtà, anziché al principio di piacere, risponde alla finalità di raggiungere il piacere.
 Dualismo pulsionale:  La svolta avviene intorno agli anni Venti: nell’opera Al di là del principio di piacere (1920) Freud ipotizza l’esistenza di due tipi di pulsioni originarie. Accanto alle pulsioni libidiche da lui denominate Eros, pone le pulsioni di morte, chiamate Thanatos. Le prime mirano alla vita e alla sua conservazione, mentre le seconde si manifestano nei comportamenti autodistruttivi e aggressivi (masochismo e sadismo). Ciò che accomuna entrambe è la tendenza a ripristinare uno stato di equilibrio e a scaricare l’eccitazione.



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