ANTROPOLOGIA
COMUNICAZIONE
Senza la presenza della scrittura le parole non hanno un’esistenza duratura: infatti rimangono semplicemente degli “eventi” e dopo essere state pronunciate svaniscono.
La diffusione della scrittura ha inciso fortemente sul modo di pensare degli esseri umani, specialmente per quanto riguarda le tecniche mnemoniche. Se infatti precedentemente alla scrittura, l’unico modo per ricordare lunghe sequenze argomentative era quello di pensare per moduli mnemonici ripetitivi, ottenendo effetto omeostatico (delle conoscenze del passato viene trasmesso solo ciò che interessa il presente), con conseguente cancellazione di ciò che è ritenuto inutile dal punto di vista pratico, con la scrittura vi è stato una sorta di “Addomesticamento del pensiero”, come sostenuto dall’antropologo inglese Jack Goody. La scrittura permette infatti di riflettere su parole e frasi fissate in un testo, consentendo all'uomo di sviluppare un pensiero più ampio di quello legato all'oralità. Essa permette di entrare in contatto con diversi punti di vista e di elaborare nuove proposizioni a partire da quelle esistenti. L’uomo può quindi ampliare il proprio mondo linguistico procurandosi un punto di vista generale.
Nonostante ciò rimane nella nostra società l’abitudine di accompagnare i nostri discorsi ad una ben precisa gestualità al fine di accentuarne la forza espressiva.
COMUNICAZIONE ORALE E COMUNICAZIONE SCRITTA:
Ad oggi non esiste più alcuna società priva di scrittura, invece fino a non molto tempo fa esistevano ancora le cosiddette società a “oralità primaria”.
All’interno di queste società né in ambito politico, né in ambito economico, né in ambito amministrativo veniva utilizzata alcuna forma di scrittura. Tra gli esempi lampanti di tali società troviamo l’impero degli Inca in Perù e il regno del Dahomey Nell’Africa occidentale. In tali regni i funzionari avevano comunque elaborato dei sistemi di registrazione dei dati, basati non su segni che compongono una scrittura, bensì tramite l’uso di nodi sassolini o bastoncini.
Ad oggi questo tipo di società a “oralità primaria” non esistono più, per quanto la gente possa essere ignorante per quanto riguarda l’alfabeto scritto, la scrittura esercita la sua influenza all’interno di ogni ambito: che si parli infatti di leggi, regolamenti, disposizioni, calcoli, statistiche, lo Stato esercita il proprio potere anche servendosi della scrittura.
La scrittura ha fatto la sua prima comparsa nel III millennio a.C., in area mesopotamica.
Essa si è inizialmente sviluppata a partire da alcuni sistemi di calcolo che, nel corso del tempo, sono stati sostituiti con dei veri e propri segni ciascuno con il proprio significato. La scrittura vera e propria arrivò però successivamente, con l’invenzione dei Sumeri della scrittura cuneiforme.
La scrittura alfabetica arrivò invece nel XIV secolo per invenzione dei Fenici.
La scrittura ha un ruolo di estrema importanza all’interno della nostra società: essa cambiato il nostro modo di comunicare esercitando un enorme condizionamento sulla parola.
La sua comparsa infatti oltre alla comunicazione, ha ampiamente cambiato anche le tecniche mnemoniche assunte dagli uomini nelle diverse culture; Se pensiamo infatti per esempio hai cantastorie, possiamo facilmente renderci conto di come essi utilizzano una tecnica mnemonica totalmente diversa da quella cui noi siamo abituati: essi infatti non procedono leggendo parti brevi di un testo e poi ripetendole per tenerle a mente, bensì imparano i testi oralmente verso per verso, e per rendere il lavoro più semplice, usano riempirli di espressioni ripetitive.
Lo stesso meccanismo viene utilizzato per le preghiere, o le formule rituali, che risultano essere sempre identiche, appunto perché basate su modelli fissi.
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